Cagliari 8 giugno
Cagliari 10 giugno. Eravamo circa 8.000 (bella cifra eh! Non saranno i 70.000 di Knebworth od i 400.000 del California Jam di lontana memoria, pero', insomma, sempre una cifra!) Il concerto e' iniziato con solo 10 minuti di ritardo rispetto all'ora prevista, e cosa ti fanno questi maledetti come opener?: nientepopodimeno che Hush; ok andiamo bene! A ruota Bludsucker, e subito dopo Pitcures of home (bellissima, quasi a livello della versione presente su Live at the Olympia).Dopo di che il palco (e sopratutto il pubblico) si infiamma con altri due mega classici, Strange kind of woman e Woman from Tokyo. Questa la prima parte dello show. Ora spazio alle canzoni del nuovo platter. Qui la scelta delle canzoni non e' stata propriamente delle piu' felici: Seventh heaven-Watchin the sky-Fingers to the bone-Any fole knot that. Non hanno fatto purtroppo '69, e di Purpendicular hanno eseguito solamente Ted the mechanic. Un guitar solo stratosferico di quasi 5 minuti ha preceduto l'esecuzione di Smoke on the water, dopodiche' e' stata la volta di Speed king, Perfect stranger, Lazy (grande assolo introduttivo di Lord, molto simile a quello di made in japan). Come gran finale nel bis Black Night e dulcis in fundo Highway Star. Che dire quindi? Sono stati 90 minuti circa di buon spettacolo; A) Ian Gillan: e' un grandissimo showman, e sa bene come tenere in pugno la platea, certo questo non lo scopro io, comunque ci sa fare. La voce..........la voce....la voce. La voce c'e' ancora anche se le canzoni degli ultimi anni hanno un cantato piu' tranquillo e regolare. Qualche acuto riesce ancora a farlo ma.............che non duri troppo. In Ted the mechanic ha cantato una strofa intera su una tonalita' piu' alta, probabilmente in totale apnea.......mai l'avesse fatto! Alla fine della strofa, approfittando di un passaggio strumentale si e' letteralmente piegato su se stesso, inginocchiandosi quasi. Il voto comunque e' di sufficienza piena, direi un 6 1/2; B) Jon Lord: mi e' sembrato un po in ombra il baffo, presentatosi sul palco con un grande camicione bianco candido, ma al momento opportuno anch'egli e' venuto fuori, maltrattando duramente l'Hammond. Gradevolissimo come dicevo prima l'assolo, che via via si e' trasformato nell'intro di Lazy. E' sparito dal suo solo la parte di West side story e l'assolo di pianoforte. Pero' sono venuto a conoscenza di un retroscena curioso, e che quindi in parte scagiona il buon Jon dall'essere stato poco incisivo. Secondo i bene informati l'Hammond che Lord si porta appresso in questa tournee, sarebbe lo stesso di Made in Japan. Fatto sta' che durante il sound-check esso abbia fatto le bizze, emettendo un rantolio sospetto seguito da nuvolette di fumo. Cio' deve sicuramente aver procurato un leggero INCAZZ....... nel buon Jon Lord. Fortuna pero' ha voluto che un ragazzo cagliaritano avesse in casa sua una copia precisa sputata del mitico Hammond, salvando cosi' la serata a Lord ed a tutti noi! C) Roger Glover: secco come una canna di bambu', si e' fatto la prima mezz'ora del concerto con un paio di occhiali da sole. Poi se li e' levati, ma ha continuato a suonare alla sua maniera. Si muove molto sul palco, manco fosse Steve Harris! D) Ian Paice: He's GREAT-GREAT-GREAT!!!!!! Ma come fa a suonare ancora cosi' a 49 anni suonati questo Cristo! Non ho parole! Non ha sbagliato un tempo, una rullata. Doveva essere in serata di grazia. E) Steve Morse: Ok non e' Blackmore e non potra' mai prendere il suo posto nel cuore dei fans, e questo lo sappiamo tutti e piu' che bene; ma questo ragazzo (?!) e' una forza della natura, e' stato l'autentico mattatore della serata. Diro' la verita': nel Live at the Olympia non mi aveva particolarmente impressionato, oserei dire con il suono della sua chitarra quasi in secondo piano, penalizzato forse anche da un missaggio non proprio favorevole; tranne nell'assolo di Maybe i'm a leo, di Pitcures of Home e di Sometimes I feel like...... dove dimostra di avere attributi. Lunedi' sera si e' completamente riscattato, i miei dubbi si sono come per incanto dissolti! E' una forza della natura; egli e' poco appariscente sul palco spesso quasi immobile non proprio alla Blackmore ma quasi. In Smoke on .. invece sembrava un Tarantolato, ha iniziato a correre su e giu per il palco, facendo uscire suoni malsani dalla sua chitarra. E' riuscito nell'impresa di rivitalizzare, ovviamente anche grazie al resto dei musicisti, anche una bruttura come watching the sky. Il pubblico gli ha riservato una autentica ovazione, indubbiamente, ampiamente meritata.
Sandro Congiu
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